La fine di una storia d’amore è sempre un momento critico. La separazione rappresenta l’esperienza più dolorosa che ci sia. Si tratta, infatti, effettivamente di una perdita. Le emozioni che si porta dietro somigliano molto a quelle sperimentate durante un lutto: sconcerto, dolore, senso di vuoto, ecc.
Per questo motivo, spesso, si teme così tanto questa sofferenza, da decidere di andare avanti ugualmente e per lungo tempo, anche se il rapporto non funziona più.
Quando termina una relazione, inoltre, la maggior parte delle persone, la vive come un fallimento.

La separazione

La separazione mette inevitabilmente l’individuo di fronte alle sensazioni più temute di tutte: la solitudine, il vuoto e il dolore. Comporta il dover ricominciare, doversi mettere nuovamente in discussione e perdere i propri punti di riferimento per trovarne di nuovi.
Per evitare questa condizione spesso i partner decidono di restare ugualmente insieme, pur non essendo felici. Si resta insieme odiandosi o lasciandosi e ritornando sui propri passi mille volte. Si insiste in un rapporto che ormai ha ben poco da donare ad entrambi.
Mettere la parola fine ad una storia d’amore è difficile sia per chi prende l’iniziativa, ma soprattutto per chi si trova a subire tale scelta.
In questi casi parlare di colpe è del tutto inutile in quanto non si trovano mai solo da una parte e soprattutto non hanno alcun effetto consolatorio.  Possono essere diversi i motivi per cui due persone, dopo aver percorso un pezzo di vita insieme, ad un certo punto non riescono più a condividere allo stesso modo. Alcune volte non c’è mai stata una condivisione profonda ma la storia si reggeva su presupposti differenti che, ad un certo punto, vengono a mancare.
Spesso le storie iniziano per timore della solitudine, perché essendo psicologicamente poco maturi ricerchiamo l’accudimento e le cure dell’altro. La coppia rappresenta quindi una sorta di “stampella” senza la quale pensiamo di non poterci sostenere. Questo porta ad accettare anche l’inaccettabile, pur di scacciare ad ogni costo la solitudine e il dover fare i conti con noi stessi. Le storie che nascono e si reggono solo su questi presupposti, non hanno spesso vita facile né un’evoluzione gratificante.
Nel momento in cui una storia importante finisce dobbiamo “raccogliere i cocci”, recuperare il nostro equilibrio personale per stare bene prima con noi stessi.

LE FASI DELLA SEPARAZIONE

Quando ci si separa, si attraversano delle fasi quasi obbligate. Queste possono variare a seconda delle motivazioni e dell’intensità del rapporto. Queste fasi possono verificarsi in contemporanea, sovrapponendosi oppure in tempi diversi.

Fase 1: Ricerca disperata di risposte

Vuoi e devi assolutamente capire perché l’altro ti ha lasciato. Alcune volte i motivi sono palesi e le persone intorno a te vedono chiaramente, tanto da spiegarti in tutti i modi possibili. Nessuna risposta però è, per te, veramente risolutiva. Pensi e rimugini su cose che il tuo ex partner ha detto o fatto e che possano spiegare il perché. Oppure, al contrario, che possano contraddire ciò che è successo.
Il pensiero non è chiaro e nemmeno lucido. Le motivazioni che ricerchi in realtà sono perlopiù mirate a tentare di sminuire la gravità di quanto accaduto. Ti servono per avere la rassicurazione che ci sia un modo per sistemare la situazione. Il motivo per cui spesso non ascoltiamo chi ci è intorno, in questa fase, è perché non vogliamo rassegnarci all’idea che la cosa sia finita oppure che possa essere anche una nostra responsabilità.
Il dolore può diventare tutto ciò a cui pensi o di cui parli.

Fase 2: Negazione dell’evento

La tua reazione in questa fase è di incredulità. Senti di aver messo tutto ciò che sei in questo rapporto e non può essere realmente finito. Senti che il tuo mondo si è sgretolato e che la tua vita è segnata. Credi che sia tutto solo un brutto sogno e non riesci a capacitartene.

Fase 3: Promesse di cambiamento

In questa fase sei disposto a tutto pur di non accettare che sia finita. Elabori le tue mancanze o quello che ti veniva recriminato durante la storia e inizi a cercare una negoziazione con l’altro. Questo avviene promettendo cambiamenti radicali o nuove prospettive di vita. Ogni cosa possibile pur di convincere l’altro a tornare.
Il pensiero di stare senza il partner è talmente angosciante che ti porta a rivolerlo ad ogni costo anche se questo comporta andare contro se stessi.
In questo caso ti sobbarchi dell’intero carico di riparare la relazione non pensando che la responsabilità e il cambiamento devono essere di entrambi. Inoltre questo non ti assicura realmente di migliorare la situazione, se vi è una reale incompatibilità.
Questo comportamento spesso allontana l’altro perché finisce per diventare supplichevole e bisognoso.

Fase 4: Un’altra chance

In alcuni casi potresti avere successo, convincendo l’altro a tornare con te. Questo ti permetterebbe, nell’immediato, di alleviare il dolore provato.
Tuttavia, nonostante i tuoi sforzi, non potrai mai portare avanti il rapporto da solo. Se l’altro, a questo punto, non prova più lo stesso sentimento o non è disposto a fare dei cambiamenti a sua volta, potresti passare varie fasi di rottura e riconciliazione. Questo diventa ancora più doloroso.

Fase 5: La rabbia

Inizialmente potresti avere difficoltà a connetterti con l’emozione della rabbia. La separazione infatti, inizialmente, comporta una sensazione di paura che immobilizza la persona ed è talmente intensa da far passare in secondo piano le altre emozioni. Con il tempo, la paura diminuisce e viene fuori la rabbia. Quando sei in grado di accedere alla rabbia puoi esserne felice. Significa infatti che stai ricominciando a vedere te stesso, i tuoi obiettivi e i tuoi bisogni. Cominci a renderti conto che ti meriti di più da una relazione.
La tua rabbia potrebbe essere diretta al partner, alla situazione o a te stesso, ma in ogni caso è un segnale di ripresa. Ovviamente questa non deve comportare eccessi quali comportamenti distruttivi o violenti.

Fase 6: Accettazione

L’ accettazione, quando accade all’inizio del processo, può sembrare più un arrendersi. Accetti la rottura perché devi, non perché vuoi.

Fase 7: Speranza

Quello che spesso ci fa soffrire maggiormente e non ci permette di chiudere il rapporto è la speranza. La speranza di sistemare le cose. La speranza che tutto torni come prima. La speranza che il destino vi voglia insieme. Finché la speranza domina, sarà difficile arrivare all’accettazione vera e propria. L’accettazione porta gradualmente a reindirizzare la speranza stessa. Ci si sposta dallo sperare di recuperare la relazione in qualche modo alla possibilità di poter star bene senza l’altro. Questo comporta anche iniziare ad accettare l’ignoto e il rapporto con se stessi. Quest’ultima parte è davvero quella più difficile ed è questo il motivo per cui, spesso, molte persone non riescono ad arrivarci. La rottura della relazione ci mette di fronte a noi stessi, alle nostre vulnerabilità e alla nostra paura del futuro e dell’ignoto e comporta la necessità di una buona dose di autostima.

Non chiudersi e condividere

Quando affrontiamo una rottura, il più potente antidolorifico è la condivisione.
Quando soffriamo la reazione più naturale è la chiusura e questa è normale all’inizio. Per superare la cosa però dobbiamo sfruttare le nostre relazioni e condividere i nostri pensieri e i nostri timori. Grazie al sostegno della famiglia, degli amici e di tutte le nostre relazioni significative possiamo alleviare sostanzialmente le nostre sofferenze ed elaborare la rottura.

Infine…

Per superare una storia d’amore, abbiamo bisogno di far venire fuori le nostre emozioni senza preoccuparci delle nostre vulnerabilità. Dobbiamo far venir fuori anche la rabbia e tutta quella gamma di timori e preoccupazioni. Ammettere che abbiamo paura dell’ignoto e dello stare da soli non è una debolezza. Tutte le persone temono la solitudine, anche quelle che dicono di star bene da sole. Infine dobbiamo condividere momenti con le persone importanti, che ci regalano emozioni, che ci ascoltano e farci supportare ed aiutare. Solamente così, in poco tempo, possiamo riacquistare speranza e fiducia e… dare spazio ad un nuovo amore. Più giusto per noi e più gratificante.


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