L’ABUSO EMOTIVO SENZA PAROLE

Il trattamento del silenzio è una delle tattiche passive-aggressive più frustranti. Parliamo di un abuso emotivo silenzioso che ha lo scopo di controllare, punire o disarmare chi lo riceve.
A seconda delle dinamiche innescate, il trattamento del silenzio può far sentire la vittima invisibile, insignificante, impotente e intimidita. Può dare origine a confusione, dubbi o persino sensi di colpa. Il trattamento del silenzio può esprimere disprezzo, disapprovazione e far insorgere un forte senso di rabbia, impotenza e frustrazione.

COSA SUCCEDE?

Sarà sicuramente capitato a molti di ricevere il silenzio davanti ad una richiesta di confronto o magari dopo un litigio con qualcuno. Alle volte riceviamo il trattamento del silenzio nonostante abbiamo chiesto un confronto con l’altro o quando addirittura non sappiamo proprio cosa abbiamo fatto di sbagliato. Alcune volte la giustificazione che viene fornita per questo silenzio è “sono arrabbiato e non voglio parlarti”.
Sebbene la rabbia sia una reazione naturale dopo un litigio o dopo aver subito un torto e anche non aver voglia di confrontarsi nell’immediato, non rappresenta invece una reazione normale evitare qualsiasi forma di confronto per un periodo prolungato, soprattutto se parliamo di altri significativi nella nostra vita. Il trattamento del silenzio, infatti, a questo punto, non è più dovuto alla rabbia ma si configura come altro ed ha motivazioni molto più radicate e conseguenze più devastanti nella relazione, in quanto è un vero e proprio abuso emotivo.

DINAMICHE DEL TRATTAMENTO DEL SILENZIO

Alcune dinamiche molto comuni, dove il trattamento del silenzio prende connotazioni diverse rispetto alla semplice espressione della rabbia transitoria, possono essere:

  • primo esempio: tua madre ti chiede di accompagnarla da qualche parte, tu rifiuti e lei, risentita, ti sottopone al trattamento del silenzio; diventa fredda, distaccata, non risponde alle tue telefonate e se, in casa, le rivolgi la parola, lei ti risponde con frasi brevi e tirate.
    Lo scopo del trattamento del silenzio è manipolarti, indurti a cedere e a rivedere la tua posizione, tua madre non accetta il tuo rifiuto e il trattamento del silenzio diventa un abuso emotivo per renderti più malleabile. Qui, il trattamento del silenzio, vuole essere punitivo ma soprattutto manipolatorio. Tua madre è risentita, offesa, ferita dal tuo rifiuto. Fa emergere tutto questo con il suo silenzio perché non vuole accettare che tu possa avere una tua autonomia e possa sottrarti alla sua volontà.
  • secondo esempio: il tuo partner diventa freddo, distaccato e si rifiuta di rivolgerti la parola perché tu hai detto o fatto qualcosa che lo ha infastidito. In tale contesto, ci sono molte probabilità che tu, subendo questo abuso emotivo, sarai portata ad agire di istinto e provare a scusarti.
    In questo caso, il partner vuole semplicemente punirti. Il trattamento del silenzio è un’espressione di disprezzo passiva-aggressiva. Il partner, in questo caso, vuole sottometterti e punirti per un affronto subito (reale o immaginario).
  • terzo esempio: il tuo partner, amico o il tuo genitore, ti sottopone al trattamento del silenzio senza una ragione. Cioè, tu ti ritrovi con una persona che è fredda, scostante, distaccata e improvvisamente ti parla a mezza bocca senza neanche sapere il perché. In questo caso il trattamento del silenzio ha lo scopo di punirti, sottometterti e disarmarti, deprivarti di potere/valore e disorientarti. Una dinamica disfunzionale di coppia che vede, da un lato una persona passiva aggressiva che non risponde e tronca di netto qualsiasi argomento e, dall’altro lato, una persona confusa che quando prova a chiedere “ma cosa ti ho fatto?” riceverà risposte umilianti e sminuenti “se ti devo spiegare io in cosa hai sbagliato, vuol dire che non hai la minima considerazione di me” oppure “se ti importasse davvero qualcosa, capiresti come mi hai ferito”.
    In questo scenario, l’aggressore indossa i panni di una persona incredibilmente sensibile e risentita. Il silenzio può crollare solo se chi te lo elargisce ti vedrà sufficientemente disperata/o.
  • quarto esempio: il trattamento del silenzio può essere anche selettivo. Le due persone possono parlare di tutto fatta eccezione per argomenti specifici che in genere vanno a rimarcare l’inadeguatezza della vittima. Anche in questo caso il trattamento del silenzio è manipolatorio.

COME RISPONDERE AL TRATTAMENTO DEL SILENZIO

In tutti i contesti descritti in precedenza e in tutti gli scenari possibili da immaginare e tristi da vivere, chi usa il trattamento del silenzio si nutre dei sentimenti negativi mostrati dalla vittima.

Una buona strategia per rispondere al trattamento del silenzio non consiste nell’usare il dialogo: chi ti regala il trattamento del silenzio si nutre di ogni tuo sforzo comunicativo, di ogni tue energia investita per rompere il muro del silenzio. Allora cosa fare?

Semplicemente, evitare di mostrarsi coinvolti e, se si riesce ad essere abbastanza forti, non esserne davvero coinvolti!

Sicuramente il trattamento del silenzio susciterà in te una marea di sensazioni negative. Ciò che puoi fare è mettere da parte queste sensazioni, prendere atto che hai di fronte una persona che non conosce (o non vuole usare) altri mezzi comunicativi se non l’abuso. Prendere atto inoltre che chi ti ama in modo maturo, non utilizza queste tecniche punitive/manipolatorie perchè consapevole del dolore che causa.

Per rompere il muro del silenzio, distaccati, non fomentare questo comportamento e prova ad ignorare chi lo mette in atto. Questa di certo è la risposta più saggia quando il silenzio è punitivo, manipolatorio e controllante.
Un’altra risposta che puoi dare è il distacco accompagnato da un dialogo semplice, un messaggio unidirezionale che avrà effetti diversi in base al soggetto che lo riceve.

Chiarisci che il suo atteggiamento è immaturo ed inutilmente manipolatorio/punitivo, chiarisci che il suo silenzio non cambierà la situazione e che se vuole migliorare davvero la sua vita o la relazione, deve imparare a chiedere apertamente ciò che vuole e imparare ad accettare eventuali rifiuti.

Il trattamento del silenzio è sintomo di immaturità emotiva ed è sempre un atteggiamento disfunzionale.

Se sei vittima di periodici trattamenti del silenzio, stabilisci dei limiti sani per te stessa/o. Quando inizia il trattamento del silenzio, imponiti di allontanarti (fisicamente o psicologicamente) da chi esegue questo abuso.
Sappi, infatti, che invece di cercare di trovare la risposta perfetta per far cessare questo tipo di comportamento, sarebbe meglio analizzare la natura dell’abuso emotivo.

L’abuso emotivo, come ogni forma di abuso, non è mai isolato. Infatti, probabilmente ti stai confrontando con una persona immatura da un punto di vista psicologico e/o relazionale e dunque, chi attua il silenzio punitivo/manipolatorio, difficilmente attua solo questo tipo di abuso fisico-psicologico. E’ possibile che, osservando bene, tu sia vittima di diversi abusi sottili.

Ricorda sempre che la comunicazione è un termometro per la relazione, per la valutazione della maturità dell’altro, della capacità relazione e della sua sicurezza personale. In qualsiasi rapporto, cerca sempre di impostare delle regole per una sana comunicazione: ogni rapporto che stringi dovrebbe essere basato sul rispetto reciproco. Il trattamento del silenzio, oltre ad essere un abuso emotivo, è una palese mancanza di rispetto.

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