Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito nominare “il malato immaginario” della commedia di Molière. Un personaggio che passa il suo tempo a cercare malattie inesistenti, sempre alla ricerca di nuove cure e nuovi farmaci. Il malato immaginario è fortemente convinto di essere afflitto da tutti i mali del mondo.
Chi soffre di ipocondria sperimenta esattamente le stesse sensazioni vissute dal “malato immaginario” di Molière.

L’IPOCONDRIACO

L’ipocondriaco tiene continuamente sotto controllo il proprio stato di salute. Ricerca attivamente la presenza di eventuali sintomi, spinto dal timore di avere una malattia grave o addirittura mortale. L’ipocondria è definita come “la preoccupazione legata alla paura oppure alla convinzione di avere una malattia grave basata sulla erronea interpretazione di sintomi somatici da parte del soggetto”. La preoccupazione persiste nonostante la valutazione e la rassicurazione medica appropriata. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi. La problematica sta nel fatto che l’ipocondriaco non riconosce la vera natura del suo problema, ma si concentra solo su quella che ne è la conseguenza. La vera preoccupazione quindi non riguarda la malattia in sé ma il timore di non essere capace di affrontare l’angoscia e la paura che ne deriva. Si aggiunge inoltre la paura di non saper gestire materialmente l’eventuale patologia. L’origine del problema non è fisica ma psicologica. L’ipocondriaco però non lo riconosce e continua a concentrarsi sulla ricerca della soluzione medica alla malattia. Così non riesce a trovare mai una risposta adeguata al malessere perché non viene affrontato il vero problema: il senso di vulnerabilità, fragilità e impotenza.c

Dati statistici

La prevalenza dell’ipocondria comprende tra l’1,3 % ed il 10% della popolazione, mentre considerando le persone ricoverate in ambulatori medici le percentuali vanno dal 3 all’8 % (Fonte: testo DSM – 4, 2000). Non si riscontrano differenze tra maschi e femmine nella presenza del disturbo.

Cause dell’ipocondria

Le cause che possono portare alla manifestazione dell’ipocondria sono molteplici. Tra queste possiamo citare una predisposizione genetica, l’aver avuto una grave malattia durante l’infanzia, aver subito abusi fisici o sessuali, ecc.
Esistono poi fattori inconsapevoli che contribuiscono al mantenimento dell’ipocondria, i cosiddetti vantaggi secondari della malattia. Esempi possono essere rappresentati dall’aver maggiori attenzioni da parte di familiari e amici, la possibilità di essere esonerati da alcuni compiti, ecc.
L’ipocondria è rara nel periodo dell’infanzia e risulta più frequente nell’adolescenza e in tarda età. L’incidenza è maggiore tra le donne che tra gli uomini.

Sintomi dell’ipocondria

Tra i principali sintomi dell’ipocondria troviamo:

  • Paura di avere una malattia grave o mortale (ad esempio l’HIV)
  • Estrema attenzione ad ogni piccolo cambiamento somatico
  • Tenere costantemente sotto controllo il corpo alla ricerca di eventuali segni di malattia
  • Richiedere frequentemente visite mediche e test diagnostici. Questa fissazione persiste anche in caso di esiti favorevoli degli esami.
  • Convinzione, in caso di rassicuranti esami medici, che i dottori non siano abbastanza competenti
  • Interpretazione negativa ed esagerata di segnali fisici innocui o normali (ad esempio cambiamenti nella respirazione o nel ciclo mestruale)
  • Timore che anche piccoli gesti quotidiani possano portare a contrarre una malattia grave (ad esempio i microbi presenti sul guinzaglio del cane, oppure in un bar, ecc)
  • Continua ricerca di rassicurazioni in merito alla non pericolosità di piccoli segnali e/o situazioni

Il vero problema non è rappresentato tanto dalla malattia, quanto dal sentirsi incapaci di poter far fronte materialmente ed emotivamente alla situazione temuta. L’ipocondriaco è convinto di non essere capace di mettere in atto risposte adatte a trovare una soluzione in caso di malattia, oppure di non essere in grado di prevenire l’evento temuto. Sotto questo punto di vista, si sente costantemente debole e fragile sia fisicamente che dal punto di vista emotivo.

I comportamenti opposti correlati all’ipocondria

Gli ipocondriaci possono mettere in atto due tipi di comportamenti tipici, opposti tra loro:

  • Eccessiva richiesta di assistenza medica
  • Evitamento dell’assistenza medica

Il disturbo infatti può portare una persona ad allarmarsi al punto da voler controllare ogni minimo sintomo fisiologico, con la speranza di prevenire le malattie. Allo stesso tempo però tale preoccupazione può anche venire volontariamente evitata, per timore di scoprire una grave patologia.
Tipico delle persone che sperimentano il disturbo, rivolgersi sempre a centri per la salute fisica, risultando sani a tutti i controlli. Alcuni medici possono reagire negativamente, a causa delle continue richieste dei pazienti. Alcuni pazienti, invece, aumentano il loro livello di ansia se i medici sono interessati al loro caso e vogliono approfondire le visite.

Intervento psicologico

L’ipocondria rientra nei disturbi d’ansia per la salute. L’intervento per risolvere questa malattia è, in primis, di tipo psicologico. A livello di psicoterapia, l’approccio cognitivo comportamentale è quello riconosciuto più efficace in questo caso. L’obiettivo è quello di aiutare ad individuare quali sono le credenze e convinzioni riguardanti la propria persona che contribuiscono alla creazione e mantenimento dell’ipocondria.

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